Non ci resta che vergognarci
L'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, riguardante il "Divieto d'espulsione e di rinvio al confine", dice: "Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche. La presente disposizione non può tuttavia essere fatta valere da un rifugiato se per motivi seri egli debba essere considerato un pericolo per la sicurezza del paese in cui risiede oppure costituisca, a causa di una condanna definitiva per un crimine o un delitto particolarmente grave, una minaccia per la collettività di detto paese.
L'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, riguardante il "Divieto d'espulsione e di rinvio al confine", dice: "Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche. La presente disposizione non può tuttavia essere fatta valere da un rifugiato se per motivi seri egli debba essere considerato un pericolo per la sicurezza del paese in cui risiede oppure costituisca, a causa di una condanna definitiva per un crimine o un delitto particolarmente grave, una minaccia per la collettività di detto paese.
E l'articolo successivo, sulla naturalizzazione, aggiunge: "Gli Stati Contraenti facilitano, entro i limiti del possibile, l'assimilazione e la naturalizzazione dei rifugiati. Essi si sforzano in particolare di accelerare la procedura di naturalizzazione e di ridurre, per quanto possibile, le tasse e le spese della procedura".
Ieri l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Lauren Jolles ha detto chiaramente al nostro ministro degli interni Roberto Maroni che "la nuova politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali: questo fondamentale principio, che non conosce limitazione geografica, è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano".
Siamo riusciti a violare la Convenzione di Ginevra del 1951, e anche la Convenzione di Dublino del 1997, ma soprattutto, e questo è un nodo interessante, l'articolo 10 comma 3 della Costituzione Italiana: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge".
Il 70 per cento degli irregolari sbarcati sulle coste italiane ha chiesto la status di rifugiato. Provengono da paesi dittatoriali, persecutori, e disumani. Ma il ministro Maroni respinge le obiezioni dell'Alto Commissario e dice: "non ci fermiamo". E chiede fumosi tavoli tecnici, anche con la Libia, per risolvere il problema. Aggiunge: se ne faccia carico l'Unione Europea.
Siamo riusciti a violare la Convenzione di Ginevra, e sarebbe curioso capire se il ddl sulla sicurezza non violi anche i principi costituzionali. Ma in ogni caso siamo senza umanità e senza vergogna. Come un paese barbaro, incapace di rispettare un testo approvato 60 anni, e cardine irrinunciabile di qualsiasi paese civile e democratico. Altro che propaganda, molto peggio. Non ci resta che vergognarci.
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