27 marzo 2009

Testamento biologico inutile


Il testamento biologico non esiste più.
La volontà personale non è più vincolante.
Esulta la Chiesa.

Con 150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico passa l’esame del Senato. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Udc, contrari Pd e Idv. A favore, in dissenso dal loro gruppo, per ragioni diverse, hanno votato i senatori del Pdl Ferruccio Saro, Lucio Malan, Laura Bianconi, Marcello Pera e Antonio Paravia. Nell’opposizione voto di dissenso dal gruppo dai senatori Pd Claudio Gustavino ed Emanuela Baio. Ora il testo passa all’esame della Camera.

Pera ha votato contro perchè, secondo lui, non era necessario legiferare su questa materia, visto che «dall'articolo 2 della Costituzione si ricava il divieto all'eutanasia e dall'articolo 32 si ricava il divieto all'accanimento terapeutico». Di Baio e Gustavino, senatori teodem del Pd, invece hanno dato il loro via libera al ddl: la prima sostiene di averlo fatto perché «il testo afferma in modo chiaro il valore principe della vita anche nel momento in cui è in condizioni di difficoltà». Gustavino lo apprezza perché «non lascia alcuno spazio all'eutanasia».

Di certo, entrambi non sono d'accordo con le parole dette in Aula dalla capogruppo dei democratici, Anna Finocchiaro, secondo la quale questo ddl «è fondato sul tradimento e su parole ingannevoli». Spiega la Finocchiaro: «Il suo titolo dice “Disposizioni in materia di dichiarazioni di volontà anticipate”, e dunque gli italiani sono portati a credere che chi esprimerà una propria volontà, sia essa quella che chiede di essere mantenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, sia quella di finire la propria vita naturalmente, questa volontà sarà rispettata. Non è così: quelle dichiarazioni di volontà – prosegue Finocchiaro – non sono vincolanti, potranno essere comunque disattese e il tradimento arriverà nel momento della maggiore debolezza, quando non ci sarà più la possibilità di dire “no” e dire “sì”».

«Voi – incalza la capogruppo Pd – vi state arrogando il diritto di sostituirvi a ciascun uomo, di scambiare la sua volontà con la vostra. Nessuno, niente, vi autorizza salvo la vostra prepotenza. Non vi autorizza la Costituzione, che state allo stesso modo tradendo e non vi rendete conto, proprio voi che vi chiamate Popolo delle libertà, (la vostra, suppongo) di quanto il pensiero cattolico democratico seppe, in quell'articolo 32 della Costituzione, difendere la libertà e la dignità umana (così intimamente connesse da non poter essere scisse) contro l'orrore e la violenza della volontà di Stato nell'imposizione di pratiche sanitarie sui corpi».

Il testo approvato in Senato, infatti, porta con sè un emendamento dell'Udc, che cancella, di fatto, la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) per i medici. Secondo il relatore Raffaele Calabrò si trattava di «tener conto delle valutazioni del medico» visto che ci possono essere progressi della medicina che vano presi in considerazione e ha definito il testamento biologico «non rigido» e sottoposto alla valutazione del medico. Una modifica, che per il senatore del Pd, Ignazio Marino, avrà una sola conseguenza: quella che qualsiasi dichiarazione del malato sarà «ormai del tutto priva di senso». Inoltre, un altro emendamento approvato all'articolo 4 prevede che le dichiarazioni anticipate di trattamento hanno validità per un periodo di tre anni e non più di 5 anni, come era stato deciso in Commissione Sanità. Infine, le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente, come previsto dall'articolo 5 del ddl.

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