30 gennaio 2009

Che bell'ombellico che ho!


In Italia la pulizia etnica comincia dai ristoranti
L’idea che stiamo diventando un paese sempre più intollerante e fondamentalmente ipocrita, è sempre più forte. Prendiamo la Lombardia, pochi sanno che la Regione sta lavorando a una norma di legge regionale, voluta dal Pdl e dalla Lega, che vorrebbe allontanare tutti i locali etcnici dai centri storici delle città. Dunque in lombardia niente kebab, niente ristoranti africani, forse niente thailandesi o giapponesi, ma solidi, sanguigni, e tradizionalissimi ristoranti e osterie italiane.

Ora, sono piccoli dettagli, ma spiegano molto. Naturalmente una norma regionale di questo tipo è quanto di più razzista e inverosimile si possa immaginare. La norma è quasi inapplicabile: è assai difficile impedire a un cittadino italiano, magari nato in Egitto, o in Libano di cucinare cibi come il kebab. E probabilmente è anche anticostituzionale.

Come al solito, siamo a metà tra il ridicolo e l’indecente. Svuotiamo i centri storici lombardi da sapori esotici, dai cumini, dai curry, dai sushi e sashimi, riempiamo i locali di polente, di abbacchi, di porchette. Dimentichiamo che da più di cinquant’anni le città più progredite del mondo sono piene di ristoranti etnici, che rappresentano un pezzo della storia di quei paesi, soprattutto quelli che hanno avuto una importante storia coloniale nel loro passato.

Ormai sappiamo che il cibo è cultura, e che il cibo è anche condivisione: uno degli elementi che possono portarci a un futuro di maggiore tolleranza, una delle possibilità – tra le più semplici - che abbiamo di avvicinarci a culture più lontane e meno conosciute. Avviene a New York e a Londra, a Berlino come a Parigi. Ma nella nostra Lombardia, regione profondamente civile e attiva, siamo arrivati al paradosso; a una sorta di autarchia alimentare che farebbe ridere se non fosse terribilmente seria.

È l’ennesima iniziativa razzista e xenofoba ispirata dalla Lega Nord. Non sappiamo come potranno farlo, se appena oltrepassati i confini dei centri storici, troveremo allineati uno accanto all’altro tutti i ristoranti e i locali etnici, come fossero in un ghetto. Ristoratori allontanati dai centri come degli appestati.

Peccato che la battaglia sul “cibo” italiano può colpire gli egiziani, ma non gli americani di McDonald. Quelli no, quelli vanno bene. Anche in galleria a Milano, di fronte a Savini. In questo caso la tradizione non serve, loro non sono mica musulmani, sono di Oak Brook, sobborgo di Chicago, stato dell’Illinois, e provincia di Bergamo. O no?

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