3 novembre 2008

Brava la Benemerita!


I FUCILATI DI CERCIVENTO

"Tutte le volte che c'era un attacco arrivavano i carabinieri. Entravano nelle nostre trincee, i loro ufficiali li facevano mettere in fila dietro di noi e noi sapevamo che - quando sarebbe stata l'ora- avrebbero sparato addosso a chiunque si fosse attardato nei camminamenti invece di andare all'assalto. Questo succedeva spesso. C'erano dei soldati, ce n'erano sempre, che avevano paura di uscire fuori dalla trincea quando le mitragliatrici austriache sparavano all'impazzata contro di noi. Allora i carabinieri li prendevano e li fucilavano. A volte era l'ufficiale che li ammazzava a rivoltellate."

CHI ERANO?
Erano 4 soldati che facevano parte della 109° compagnia alpina, che combatteva sul fronte carnico: Silvio Ortis di Paluzza, Basilio Matiz di Timau,
Vennero condannati alla fucilazione dal Tribunale militare, nel luglio 1916.

LA VICENDA
Armando Ciofi, capitano responsabile della 109° compagnia alpina, decise di organizzare un attacco sulla Creta di Collinetta, che era un importante punto strategico, occupato in parte dagli austriaci. La strategia prevedeva l’uscita dalle trincee e un attacco diretto alle truppe austriache, sotto i colpi delle loro artiglierie. Alcuni soldati, tra cui il caporale Basilio Matiz di Timau e Silvio Ortis di Paluzza, contestarono il piano del capitano Ciofi, giudicato troppo prevedibile e come un suicidio per la truppa. Essi proposero un piano diverso che prevedeva la scalata di un canalone senza dover subire l’attacco degli austriaci. Il capitano Ciofi li fece arrestare con l’accusa di tradimento e per questo subirono un processo. Con loro furono arrestati gli altri 80 soldati della compagnia.

PERCHÉ È ACCADUTO?
Perché la disciplina militare era molto rigida, non si ammetteva che un soldato o un ufficiale potesse contestare o disobbedire a un ordine di un superiore, anche se poteva avere ragione (come in questo caso). Gli alti comandi volevano tenere sotto un rigido controllo le truppe, spaventare i soldati con punizioni durissime e scoraggiare le idee di diserzione o ammutinamento, che si diffondevano in una situazione di guerra così dura.

QUALI SONO STATE LE CONSEGUENZE?
I 4 soldati sono stati fucilati dai carabinieri, dietro il cimitero di Cercivento; sono stati considerati come dei traditori della patria e di loro l’esercito non ha più parlato. A condanna eseguita, la sentenza venne affissa sulla porta dei famigliari.

COSA SI È FATTO E COSA SI È OTTENUTO
Oggi si sta cercando di riaprire il caso. Uno storico ha ricostruito la loro vicenda sulla base di alcuni documenti e delle testimonianze di alcune persone e questa storia è stata pubblicata. Un parente di Silvio Ortis ha chiesto all’esercito di riabilitare questi soldati (cioè di cancellare quell’accusa vergognosa e infamante di tradimento), ma la legge prevede che sia lo stesso interessato a fare la domanda di riabilitazione! Si è quindi chiesto di cambiare questa legge…

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