9 novembre 2008

Lo tsunami studentesco


Non solo la protesta studentesca non si arresta:

diventa, se possibile, ancora più dura. Ieri manifestazioni in tutta Italia: a Roma e Milano si sono registrati momenti di tensione, se non di veri e propri scontri con le forze dell’ordine. Nella capitale un giovane è rimasto ferito alla testa, travolto da una carica degli agenti di polizia che hanno impedito l’occupazione dei binari della stazione Ostiense; nel capoluogo lombardo ci si è, invece, limitati al lancio di oggetti verso i poliziotti schierati. Tensioni anche a Pisa, (occupazione della stazione) a Firenze (manifestanti incatenati alla ringhiera del Battistero) e a Napoli (60.000 giovani in strada): ovunque la mobilitazione ha prodotto blocchi alla circolazione e disagi. Sale, allora, la preoccupazione per la manifestazione nazionale degli universitari, in programma per il 14 a Roma.

Il decreto sul blocco del turn over universitario, i fondi per l’assunzione di altro personale e le linee guida della riforma universitaria, varati due giorni fa dal governo non hanno sortito gli effetti sperati. La contestazione nei confronti del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini non accenna a placarsi. Anche perché, leggendo tra le righe dei provvedimenti varati dal governo, i sindacati hanno individuato molti punti oscuri. «La maggioranza ha cercato di inviare segnali tranquillizzanti, ma, in realtà, sta attuando fino in fondo il suo progetto – ha denunciato Domenico Pantaleo, segretario generale della Cgil-Istruzione – Il presunto rallentamento del turn over dei docenti universitari (che dovrebbe passare dal 50% al 20%), per esempio, è un provvedimento che non avrà effetti concreti: sono esclusi dall’attenuazione del fenomeno, infatti, gli Atenei che hanno una spesa per il personale oltre il 90% dei finanziamenti pubblici. In pratica: tutti». Non solo: almeno 200 milioni, necessari a finanziare in parte il decreto varato due giorni fa, secondo le intenzioni del Ministro Gelmini, sarebbero prelevati dal Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate. «In pratica – denuncia Rosa Calipari, parlamentare del Pd e vedova dell’ufficiale ucciso in Iraq – il Sud si trasforma nel bancomat del governo: come in un gioco delle tre carte, le risorse appaiono da una parte e scompaiono dall’altra. Ma sempre a danno delle fasce più deboli». «Accogliamo con favore la decisione del governo – incalza il governatore del Piemonte, Mercedes Bresso – di rinunciare al commissariamento di quelle regioni che non eseguiranno il ridimensionamento delle scuole materne previste nel decreto. Ma non abbasseremo la guardia».

«Non pagheremo la crisi» è lo slogan che ha aperto, ieri, uno dei tre cortei di studenti che, di fatto, hanno paralizzato Roma per buona parte della giornata. Il più grande è partito dall’Università La Sapienza e si è unito agli altri, composti da studenti dei licei e delle superiori, nei pressi di piazza Venezia. Le forze dell’ordine hanno sorvegliato a distanza la manifestazione, intervenendo anche per isolare quattro giovani provocatori che, con tanto di svastiche stampate sulle T-shirt, avevano cercato di inserirsi nei cortei. Ma i momenti di maggior tensione si sono vissuti, nel primo pomeriggio, nelle vicinanze della Stazione Ostiense. Per due volti, i manifestanti hanno tentato di arrivare ai binari: prima della metropolitana e poi quelli ferroviari, con la evidente intenzione di bloccare il traffico dei convogli. Per due volte la Polizia, secondo la ricostruzione della Questura, è stata “costretta” a intervenire, negando, però che si siano svolte cariche. Gli studenti raccontano un’altra versione (avvalorata da una giornalista rimasta ferita nei tafferugli). Alla fine un solo giovane è stato costretto a ricorrere alle cure del vicino ospedale con una ferita alla testa.

A Milano un clima analogo: «Siamo sessantamila» hanno gridato gli organizzatori dai megafoni («Erano poche centinaia» ha ribattuto l’assessore De Corato). Il corteo è arrivato in piazza Duomo dove era allestito un palco. Al termine dei comizi, una cinquantina di ragazzi si è staccato dal resto dei manifestanti, cercando di arrivare fin dentro la Galleria Vittorio Emanuele. Per due volte, un cordone di forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, li ha convinti a desistere. Nessuno scontro fisico. Chi non ha preso parte alla manifestazione, ha preferito prendere parte alle numerose lezioni che sono state tenute dai docenti al di fuori delle aule universitarie, in strada o, addirittura, in un parco.

Un corteo ha, invece, attraversato Napoli, dalla Prefettura fino in piazza del Plebiscito: manifestazione totalmente pacifica. Tensione, al contrario, si è registrata a Pisa dove i manifestanti sono riusciti effettivamente ad arrivare fino ai binari della stazione. Li hanno bloccati per pochi minuti (in un momento in cui non era previsto il transito di alcun convoglio), e poi si sono allontanati, guardati a vista dai Carabinieri. A Torino, infine, una controinaugurazione dell’anno accademico, si è svolto, condotto dagli studenti e dai docenti, in contemporanea alla cerimonia ufficiale.

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