27 novembre 2008

Patrimonio culturale = Merce e profitto


Contro l'istituzione di una Direzione generale per i Musei e l'affidamento a un super-manager
È stato diffuso un allarmato APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI MUSEI E DEI BENI ARCHEOLOGICI E ARTISTICI IN ITALIA.
L'appello interviene contro l'istituzione di una "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione" e l'affidamento a un super-manager del tutto estraneo al settore dei beni culturali. Nell'appello si ribadisce la condanna del "progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico", riaffermando invece la necessità di una riforma della gestione dei beni culturali che assicuri il giusto valore "alle competenze e alla formazione tecnico-scientifica e nel contempo alle istanze storiche ed educative della valorizzazione, in modo da garantire la conservazione nel presente e la consegna al futuro delle opere, e da impedirne lo svilimento e il degrado".



APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI MUSEI E
DEI BENI ARCHEOLOGICI E ARTISTICI IN ITALIA

L’istituzione della figura del 'super manager' con i poteri assoluti che gli vengono delegati nell’ambito della nuova "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione" e il progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico che la sottende sono scelte profondamente sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro.
Vedere equiparato a merce di scambio quel patrimonio e insieme cancellata la sua tradizione di tutela provoca un senso di forte disagio e una ferma reazione di rifiuto.
La necessaria riforma della gestione dei beni culturali in Italia deve assicurare valore alle competenze e alla formazione tecnico-scientifica e nel contempo alle istanze storiche ed educative della valorizzazione, in modo da garantire la conservazione nel presente e la consegna al futuro delle opere, e da impedirne lo svilimento e il degrado.
Chi amministra e governa il paese non ha la potestà di mettere a rischio il patrimonio che ha garantito all’Italia una posizione primaria nella cultura occidentale, minacciando quell’insieme straordinario, costituito dalle opere e dai loro contesti, dalle loro vicende storiche e conservative, territoriali e museali. Ciò non significa escludere la collaborazione di competenze in grado di assicurare un adeguamento delle risorse, ma significa guardarsi dal pericolo di innescare meccanismi di consumo a perdere.
Un’eredità unica e inalienabile non può essere equiparata a qualsiasi altra forma di capitale, neppure col pretesto della grave crisi economica.
La comunità scientifica internazionale dichiara il proprio sconcerto e richiede la revoca immediata di tale Direzione generale, denunciando la necessità di un radicale ripensamento.

Roma, 17 novembre 2008

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