4 ottobre 2008

Solo cinque geni



Solo cinque geni dentro di un totale di venticinquemila generano il colore bianco della pelle. Non il nero od il rosso od il giallo. Il colore della pelle oscuro è preponderante, e la melanina che lo forma si degrada soltanto per motivi ambientali e climatici. Allora la domanda: il colore della pelle è un segno distintivo di una razza particolare?. La risposta è negativa sotto tutti i punti di vista. Non ci sono grandi differenze tra i tracciati genetici dei neri con quelli dei bianchi per poter parlare di “razze”. Perciò l’unica cosa che evidenzia la diversità tra gli esseri umani è la cultura, l’appartenenza a diverse etnie che, perché vivono in ambienti differenti, hanno sviluppato credenze, fedi, concezioni del mondo e del cosmo molto diverse le une dalle altre. Il colore della pelle è irrelevante come fattore culturale.

Allora, quali sono i motivi del razzismo che continua a dilagare, --oggi più che in passato--, nelle nostre società avanzate? Solo lo sfruttamento dell’uomo e della sua forza lavoro può giustificare il razzismo. Le società europee (e poi le corporazioni trasnazionali), dalla conquista dell’America fino ad oggi, hanno avuto bisogno di forza lavoro gratis per cominciare e continuare il processo d’accumulazione di capitale. E si sono inventate tutte le argomentazioni che uno possa immaginare per giustificare la sottomissione violenta di popoli interi. Dalle religioni molte volte sono arrivati concetti che chiamavano in causa il volere divino; da una psuedoscienza arrivarono pseudoestudi per dar prova della superiorità di una “razza” (sempre “bianca”) su un’altra. Il potere economico permette di pagare una propaganda così vasta che molte volte finisce per convincere le proprie vittime.

Questa propaganda dura fino ai giorni nostri, alimentando l’ignoranza delle società assuefatte da tanta televisione spazzatura, d’informazione manipolatrice, di religione e di superstizione.

ITALIANI “BRAVA” GENTE?
Neanche per caso! La società italiana, dal dopoguerra fino ad oggi, vive una specie d’illusione e crede di essere al centro del mondo. Da più di sessant’anni non fa un’altra cosa che guardarsi l’ombellico e dire a sé stesso “che bello e furbo sono”. Il popolo italiano si è visto spinto al consumismo e si è offerto a braccia aperte all’ideologia del mercato, accettando di buon grado lo stupro della cultura invasora e prostituendosi apertamente per guadagnarsi un posticino nella considerazione del vincitore di turno. Una volta hanno riempito Piazza di Spagna alzando il braccio nel saluto fascista, ma quando il Duce fu un perdente inesorabile, il popolo italiano non ha esitato a cambiar immediatamente bando e alzare il pugno chiuso a Piazzale Loreto. Dopo, per lavare i peccati, andavano a testa bassa ad ascoltare messa ed i sermoni degli imbonitori religiosi che li assolvevano di ogni colpa.

Non si parla delle campagne in Libia, nella Somalia o nei Balcani. Non si deve parlare dei crimini di guerra commesse dagli italiani “brava” gente che sono andati, spinti dai discorsi di un pagliaccio su un balcone, a conquistare un impero di barzelletta per gloria di un re piccolo piccolo vestito come un padrone di circo e senza nessun merito storico. Un popolo ignorante ed arrogante non è colpa soltanto della classe dirigente. Anzi, il più delle volte la classe dirigente è uno specchio verace della classe di popolo che rappresenta. Non avremo oggi un Berlusconi se non fosse stato votato dalla maggioranza del popolo; la Lega Nord non poteva avere nessun successo senza l’appoggio di buona parte del popolo. Così, il popolo non riceve che la propaganda che vuol sentire; e la propaganda non fa altro che copiare il sentore che emana dal popolo. Una buona combinazione!

Il problema che questa situazione crea non è altro che un innalzamento della violenza, una crescita dei conflitti interni. Giusto di ciò che la classe dirigente ha bisogno per continuare a sfruttare tanti gli uni quanto gli altri. Il razzismo, così manipolato artificialmente, fa leva su quest’ignoranza, su questa mancanza di coscienza, su questa mancanza del “rendersi conto” della realtà che circonda i diversi gruppi sociali. Gli italiani, allora, si trasformano in “brutta” gente, in stupidi senza ritorno e senza giustificazioni, in idioti utili per gli sporchi fini altrui. Si credono furbi e sono così poveri di spirito! Si credono al vertice di un mondo privilegiato e non si rendono conto che saranno scacciati via come tutti gli altri “inservibili”. Si credono grandi e sono piccoli piccoli, come quel re di operetta che una volta inneggiavano. Finiranno emarginati dalla storia…e questa volta non arriveranno gli “americani” a salvarli. Anzi, arriveranno le grandi corporazioni, ma come padroni arroganti ed implacabili a sottometterli come schiavi.

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