17 settembre 2008

I mostri di "Pro Vida"



Argentina - Hanno negato il diritto all’aborto ad una bambina di 12 anni violentata dal patrigno.

Se c’è una cosa che mi fa imbestialire è l’arroganza di persone o gruppi di persone che con tutti i mezzi tentano di togliere diritti ad altre persone, o vogliono obbligarle a pensare od a credere nelle stesse cose in cui credono o pensano loro. Le campagne che quotidianamente fa la corporazione nominata Chiesa Cattolica Apostolica Romana contro il diritto delle donne all'aborto, contro il diritto ad una morte degna ponendo fine a sofferenze inaudite, contro l’uso di anticoncezionali, a favore di una morale di facciata, bigotta ed ipocrita sta rompendo le scatole a gran parte della società mondiale. Interferisce con la Giustizia ovunque, fa lobby contro governi democratici se questi non la considerano un “interlocutore privilegiato” e difende a spada tratta i propri preti pedofili sottraendoli alla Giustizia. Inoltre non perde mai l’occasione di chiedere soldi. Chiede soldi ai fedeli e chiede soldi ai governi. In questo è insaziabile. Costruisce il proprio potere corporativo basandosi in alleanze con magistrati, militari, poliziotti, medici, imprenditori e funzionari corrotti, con patti di mutua protezione e interscambio di favori. Una mafia perfetta.

Ora, nella provincia di Mendoza, Argentina, una bambina di 12 anni vede violato il proprio diritto all’aborto terapeutico perché quest’istituzione, che dovrebbe occuparsi solo della sua religione, ha fatto pressione sul Tribunale dei Minori, specificamente sul giudice Germàn Ferrer. La bambina è stata violentata nel seno della propria famiglia. Il suo patrigno reiteratamente ha abusato di lei e, come conseguenza, è rimasta incinta. La madre, dopo aver denunciato il marito, ha chiesto che le fosse praticato l’aborto terapeutico.

Argentina ha una legge, la n° 86 incorporata al Codice Penale, che permette l’aborto solo nei casi “1° - di grave pericolo per la salute o la vita della madre; 2° - nel caso che la gestazione sia prodotto di una violazione o dell’attentato al pudore su una donna idiota o demente”. I preti interpretano il testo basandosi fondamentalmente nel fatto che la bambina in questione ”non è né idiota né demente” sorvolando sulla violazione. “L’importante, --dicono--, è difendere la vita del feto per nascere, perché è una persona umana”.

La situazione dolorosamente grottesca è che questo tipo di aborto, non essendo punibile non ha nessuna necessità di alcun permesso o dell’intervento della Giustizia. La madre ha portato la bimba in ospedale ed ha fatto la richiesta ai medici, che subito hanno chiamato la polizia, che immediatamente hanno informato il giudice, che in pochi minuti ha convocato un Comitato di Bioetica composto da due preti, un avvocato della curia locale ed un pubblico ministero, putacaso, membro di un’organizzazione religiosa chiamata “Pro Vida”. In meno di una giornata la madre si è vista togliere la patria potestà e decretare l’allontanamento. La bimba è rimasta a carico della nonna (anche lei membro attivo di un gruppo cattolico) e ricoverata in ospedale “perché la gravidanza è a rischio”.

La domanda che mi faccio allora è: Chi sono questi personaggi nefasti? Perché tanta crudeltà? A chi giova tutto questo indaffararsi per imporre un criterio che dovrebbe essere molto personale e privato, tutelato di qualsiasi intromissione estranea? Il peggio è che questo giudice, questi preti, il pubblico ministero e l’avvocato parlano alla tv dettando cattedra di vita e di morale a tutta la società. Il corpo torturato della bambina viene torturato un’altra volta. Usato per fini subdoli, meschini, viziati di corruzione morale e di depravazione. Tutti, ci mancherebbe, appaiono ben vestiti, col naso all’insù e con sorrisi sornioni quando le domande li incalzano e non vogliono rispondere platealmente. Si sentono al di sopra della plebe che di queste cose non se ne intende. Logicamente, parlano sempre del diritto del feto; mai dei diritti della bambina o dei diritti umani.

Sono mostri. Ed oltre ad odiarli visceralmente, io credo sinceramente che siano loro un vero aborto della natura.

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